Attività outdoor e medico del lavoro: definizioni
L’attività outdoor può cambiare il lavoro del medico competente? Cosa dice la normativa a riguardo? Quali sono i principali fattori che il medico del lavoro deve tenere in considerazione in ambienti lavorativi all’aperto?
Come abbiamo potuto vedere nel corso degli anni, l’attuale legislazione italiana riguardante la sicurezza sul lavoro tende a un approccio generalista: le normative riguardanti i vari settori di lavoro si stanno di conseguenza uniformando, anche in caso di ambienti di lavoro con particolarità rilevanti. Lo stesso vale per le attività outdoor, che presentano rischi e criticità peculiari.
Rientrano nella definizione di “attività outdoor” tutte le mansioni che, per la maggior parte della loro durata, vengono svolte in spazi aperti che non siano protetti (o siano poco protetti) dagli effetti di agenti atmosferici come pioggia, freddo e raggi UV. Si parla ad esempio di numerosi lavori del settore edilizio, agrario o forestale.
Attività outdoor e medico del lavoro: i limiti della normativa attuale
Per quanto concerne il medico del lavoro, uno di principali problemi legati all’attività outdoor è la mancanza di strumenti specifici di valutazione del rischio e di sorveglianza sanitaria. La normativa oggi in vigore non include tra i rischi codificati elementi come agenti atmosferici o radiazioni ottiche naturali.
I medici del lavoro coinvolti nell’attivita outdoor possono trovare alcune linee guida nel Titolo VIII del D.Lgs. (Agenti Definizioni Le lavorazioni outdoor: orientamenti pratici per il Medico del Lavoro Umberto Candura, Vice Presidente ANMA CONTRIBUTI E ARTICOLI ORIGINALI Premessa Aspetti normativi 5 Fisici): in questo documento vengono elencati e categorizzati tutti i rischi legati al lavoro all’aperto, dalle radiazioni ottiche artificiali alle atmosfere iperbariche passando per vibrazioni, campi elettromagnetici, microclimi e rumori forti. Nemmeno in questa lista sono tuttavia inclusi agenti atmosferici e radiazioni ottiche naturali, sebbene sia ormai certificato che l’esposizione continuata a questi elementi possa essere dannosa per la salute dell’uomo.
Attività outdoor e medico del lavoro: informazione vigilanza
In assenza di una normativa (più o meno riconosciuta) che regoli i fattori di rischio in materia di attività outdoor, il medico del lavoro deve fare del suo meglio e adattare le proprie competenze agli scenari in cui si trova a lavorare.
Uno degli strumenti più efficaci per la prevenzione di incidenti è sicuramente l’informazione: il medico del lavoro deve configurarsi come punto di riferimento per dipendenti e datore di lavoro, fornendo informazioni circa tutti quei comportamenti e per le misure di sicurezza da adottare.
La formazione alla sicurezza in ambienti outdoor può spaziare dal corretto uso dei DPI alla possibilità di assunzione di farmaci, dal controllo dello stato della pelle agli effetti cumulativi delle esposizioni extra-lavorative. Il medico del lavoro impegnato all’aperto si troverà a dover ricordare di non stare al sole durante le ore calde, di indossare occhiali da sole e protezioni per la testa (es. cappelli a tesa larga, bandane), come anche di fare uso di creme protettive.
Altresì importante è la vigilanza: il medico competente deve cioè assicurarsi che vengano rispettate nel dettaglio tutte le indicazioni da lui fornite circa i comportamenti e le attrezzature per la sicurezza.