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videoterminali Archivi - Dottor Umberto Schiavo - Medico competente del Lavoro Padova

Documento di Valutazione dei rischi – uso videoterminale

Documento di Valutazione dei rischi – uso videoterminale

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Le normative vigenti in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro impongono l’obbligo aziendale del Documento di Valutazione dei rischi, un rapporto estremamente importante nell’ambito della gestione e dell’organizzazione della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.

Il medico competente del lavoro, a seguito di un’analisi approfondita degli spazi aziendali, provvede alla compilazione per l’appunto del Documento di Valutazione dei rischi, un elenco dei rischi individuati all’interno degli ambienti lavorativi che fornisce le indicazioni relative alle misure di sicurezza necessarie a ridurre o a eliminare i rischi a cui i lavoratori sono esposti.[1]

 

Il lavoratore e i più frequenti rischi aziendali

Il Documento di Valutazione dei rischi è unico per ogni tipo di attività e può cambiare a seconda del contesto lavorativo. Il lavoratore può essere esposto a rischi di origine fisica, chimica e biologica o psicosociale, ciascuno capace di provocare disturbi, problemi o patologie correlate all’attività aziendale svolta:

 

  • Rumore;
  • Vibrazioni ;
  • Campi elettromagnetici;
  • Radiazioni ottiche artificiali;
  • Amianto;
  • Agenti cancerogeni e mutageni;
  • Movimentazione manuale dei carichi;
  • Movimentazione carichi leggeri ad alta frequenza;
  • Videoterminali;
  • Lavoro notturno;
  • Silice;
  • Radiazioni ionizzanti per lavoratori di categoria B.[2]

 

Il medico del lavoro mette in pratica tutte le competenze e le conoscenze necessarie a ridurre tali rischi e a evitare l’insorgenza di stati patologici più o meno definitivi nel lavoratore. Il Documento di Valutazione dei rischi permette al medico del lavoro di informare i lavoratori, sottoporli a visite mediche specifiche e interpretare al meglio i risultati dei test clinici e degli esami biologici effettuati durante la fase di sorveglianza sanitaria.

 

Uso del videoterminale: rischi e obblighi del datore di lavoro

Il lavoro che prevede l’uso di attrezzature munite di videoterminali rappresentano un rischio per la salute dei lavoratori, se non gestite secondo le disposizioni in materia. Il Decreto Legislativo 81/08 richiede al Datore di lavoro di organizzare e preparare i posti di lavoro in rispondenza alle norme emanate per ovviare ai rischi riscontrati in relazione a durata dell’esposizione, ergonomia del posto di lavoro e condizioni ambientali.

Si definisce videoterminalista quel lavoratore che utilizza un’attrezzatura munita di videoterminali in modo sistematico o abituale, per quasi venti ore settimanali.

Senza un adeguato disciplinamento, il lavoro al videoterminale può comportare diversi rischi e patologie annessi, quali:

  • Disturbi visivi – pesantezza, bruciore, arrossamento oculare e deficit della messa a fuoco;
  • Disturbi posturali – postura sbagliata, contrattura muscolare e spossatezza;
  • Disturbi psicologici – ansia, nervosismo, alterazione dell’umore e stress.[3]

 

Il Datore di lavoro deve collaborare con il medico competente del lavoro e il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione alla predisposizione delle misure necessarie non solo a rispettare le normative vigenti ma soprattutto a creare un ambiente di lavoro privo di rischi per chi lavora con i videoterminali:

  1. aggiornando il Documento di Valutazione dei rischi e sviluppando le misure di prevenzione e protezione necessarie;
  2. individuando i dipendenti dei lavoratori addetti ai videoterminali che rientrano nell’applicazione della normativa e verificando l’effettivo raggiungimento o superamento del limite settimanale di attività; [4]
  3. adattando immediatamente le postazioni alle disposizioni in materia, garantendo una buona definizione e una funzione orientabile dello schermo, uno spazio di lavoro che consente l’appoggio degli avanbracci durante l’uso della tastiera separata dallo schermo, un piano di lavoro stabile e adeguato a una postura corretta, un sedile stabile dotato di altezza e schienale regolabile, un ambiente di lavoro ben dimensionato, sufficientemente illuminato e privo di rumori perturbanti.[5]
  4. assicurando interruzioni di un quarto d’oraogni due ore tramite pausa o cambiamento di attività di lavoro, pratiche indispensabili per “staccare” e riposare la vista.

[1] Documento Valutazione Rischi, http://www.scuolasicurezza.it/wp/documento-valutazione-rischi/

[2] Compiti del medico competente- Visite Periodiche, http://www.testo-unico-sicurezza.com/compiti-medico-competente-visite-periodiche.html

[3] Rischi videoterminali – VDT, http://www.renatosalvalaggio.com/Corso%20RSPP%20-%202016%20parte2%20per%20slides.pdf

[4] Videoterminali: obblighi del datore di lavoro e attrezzature di lavoro, http://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/tipologie-di-rischio-C-5/videoterminali-C-47/videoterminali-obblighi-del-datore-di-lavoro-attrezzature-di-lavoro-AR-14456/

[5] Rischio lavoro al videoterminale – VDT, http://www.fe.infn.it/~evangelisti/Sicurezza/videoterminali.pdf

Occhiali progressivi e videoterminalisti

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Medici del lavoro e occhiali progressivi: quando il videoterminalista può averne bisogno

Occhiali progressivi per videoterminalisti: da consigliare o no? Tra i medici competenti la questione è dibattuta e molto attuale: i lavoratori addetti al videoterminale sono infatti sempre di più diffusi e in numerosi settori aziendali. È quindi necessario capire quando il medico del lavoro debba consigliare l’uso di occhiali progressivi e quando invece non siano da consigliare.

 

Non è insolito che i lavoratori che trascorrono molte ore al videoterminale decidano, in autonomia, di dotarsi di occhiali con lenti progressive, soprattutto nel caso di lavoratori con età superiore ai 40 anni. È importante sottolineare come, per quanto concerne il medico del lavoro, gli occhiali progressivi che vengono utilizzati per scopi professionali e personali non figurano come Dispositivo Speciale di Correzione: non possono quindi essere forniti dall’azienda ma devono essere acquistati dal lavoratore stesso.

 

Medici del lavoro e occhiali progressivi: studi e scuole di pensiero

Uno dei problemi dibattuti dai medici del lavoro in merito agli occhiali progressivi è l’assenza di una letteratura scientifica propriamente detta: in sostanza, non esistono linee guide universalmente riconosciute a cui il medico competente possa fare riferimento.

Ci sono alcuni studi che accomunano chi fa uso professionale di lenti progressive con problemi come cefalea o disturbi muscolo-scheletrici, e che pertanto ne sconsigliano l’utilizzo.

Altri medici competenti preferiscono invece dare ascolto agli studi degli optometristi, che si schierano nettamente a favore.

 

Medici del lavoro e occhiali progressivi: comfort e sicurezza

È quindi necessario porsi delle domande. Anzitutto, bisogna capire quale sia lo stato dell’arte delle lenti progressive. In secondo luogo, prima di scegliere quale scuola di pensiero seguire bisogna chiedersi se i risultati dei relativi studi non siano viziati da logiche “commerciali”.

 

Sono fondamentalmente due i parametri che i medici del lavoro devono valutare: sicurezza e comfort. Una volta appurata la mancanza di riferimenti certificati, può essere saggio chiedere il parere del lavoratore stesso: a questo proposito, uno studio del 2011 dimostra che nella maggior parte dei casi i videoterminalisti non sono soddisfatti dall’adozione di occhiali progressivi.

 

Medici del lavoro e occhiali progressivi: comfort e sicurezza

In ogni caso, per la scelta degli occhiali progressivi i medici del lavoro possono appoggiarsi ad un altro specialista, in particolare un oftalmologo che curi la realizzazione di una lente con caratteristiche specifiche, a partire dalle necessità peculiari del lavoratore. È infatti fondamentale considerare l’utilizzo che si fa degli occhiali: nel caso di un utilizzo limitato all’ufficio, è preferibile una lente per distanza medio-vicina; l’attività in esterno richiederà invece l’adozione di un occhiale per le media-lunga distanza.

 

FONTE: http://www.anma.it/wp-content/uploads/2015/06/interno-mcj-1_2015-2.pdf (Paolo Trau’)

rischio videoterminale

Rischio Videoterminale

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Rischio Videoterminale: normative vigenti e strumenti da utilizzare nella sorveglianza sanitaria.

Videoterminalisti e medici del lavoro

rischio videoterminale

rischio videoterminale

: l’aumento dei primi ha portato importanti cambiamenti nel lavoro dei secondi. Con la diffusione di professioni e mansioni che prevedono l’uso di un videoterminale sono infatti cambiate le modalità con cui si svolge la sorveglianza sanitaria, uno dei principali compiti dei medici del lavoro.

La “sorveglianza sanitaria” si può riassumere in tutti gli atti medici che il medico competente compie allo scopo di tutelare lo “stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro”: questo è quanto stabilisce il Decreto Legislativo 81/08 e s.m.i.

Il compito del medico del lavoro prevede quindi un’analisi approfondita con delle mansioni dei videoterminalisti, prestando attenzione alle caratteristiche generali della professioni come alle specifiche dell’ambiente lavorativo. Il medico del lavoro rileva così tutte le varie criticità e i possibili rischi per la vista legati a tale ruolo.

Videoterminalisti e medici del lavoro: definizioni

Per quanto riguarda il medico competente è fondamentale cosa si intenda per “videoterminalista”: secondo la normativa, la definizione include ogni lavoratore che utilizzi un’attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per almeno venti ore settimanali. L’orario di attività al videoterminale deve inoltre tenere conto della pausa di quindici minuti prevista ogni due ore di applicazione continuativa al videoterminale: si tratta di interruzioni previste dalla legge e di cui il medico del lavoro deve sempre verificare il rispetto.

Altro obiettivo fondamentale della sorveglianza sanitari per videoterminalisti è la verifica di assenza di fenomeni di discomfort: il medico del lavoro deve cioè assicurarsi che l’addetto al videoterminale non sia soggetto a fattori esterni che possono essere causa di stress fisico o psicologico. In questo modo, il medico del lavoro garantisce l’idoneità del lavoratore nel tempo.

Videoterminalisti e medici del lavoro: collaborazioni con specialisti della vista

Per mettere in evidenza tutte le situazioni a rischio nell’attività degli addetto al videoterminale, il medico del lavoro può avvalersi della consulenza professionisti del settore (es. oftalmologi). Una collaborazione di questo tipo aumenta la possibilità che la valutazione dei rischi sia completa e approfondita e, di conseguenza, permette al medico del lavoro di effettuare diagnosi precoci, prescrizioni di correzioni ottiche ed eventualmente training ortottico.

Come previsto anche dal Decreto Legislativo 81/08, il compito di coordinare i vari specialisti coinvolti rimane nello screening dei videoterminalisti è del medico del lavoro, al quale spetta inoltre il rilascio (e in seguito il rinnovo) dell’idoneità alla mansione specifica.
In questo senso, il medico del lavoro può servirsi di strumenti quali il test per la refrazione (ovvero la messa a fuoco) e per la motilità oculare (ossia la capacità dei due occhi di lavorare assieme), ovvero le due funzioni che l’occhio utilizza di più durante l’attività al videoterminale.

(Fonte: http://www.anma.it/wp-content/uploads/2012/12/MCJ-3_12.pdf )